A cura di:
PILOTTI Marco
Chiunque abiti sulle sponde di un lago si è sicuramente interrogato, almeno una volta nella vita, su che cosa si nasconda al di sotto della superficie dell’acqua. Questa domanda è tanto più vera per un lago profondo, le cui acque raggiungono profondità di diverse centinaia di metri. Fino al 1884 non si sapeva nulla della conca lacustre del Sebino. Secondo alcune indicazioni la sua massima profondità era di 340 metri, raggiunta sotto la rupe Trentapassi. Il primo studio sulla batimetria del lago risale all’Ing. Francesco Salmoiraghi, il quale nel 1884 effettuò 268 scandagli, con la finalità principale di chiarire l’origine limnogenetica del lago. Le misure così effettuate portarono alla pubblicazione nel 1898 di un ammirevole studio sulla limnologia del Sebino cui Salmoiraghi allegò ciò che modestamente chiamò Abbozzo di Carta Batometrica. Un secondo studio batimetrico fu poi condotto nel 1966, in occasione del decennio idrologico internazionale, ad opera dell’Istituto Idrografico della Marina, che realizzò quella che a tutt’oggi è la carta batimetrica ufficiale del lago. Infine, nel 2002 la Regione Lombardia ha commissionato la realizzazione di una nuova campagna batimetrica all’Istituto Oceanografico di Trieste. Il rilievo è stato condotto con tecnica multibeam, basata sulla emissione di un ventaglio di impulsi sonori. La profondità viene determinata mediante misura del tempo impiegato da ciascun impulso, riflesso dal fondo, ad attraversare la colonna d’acqua e a tornare allo strumento emettitore. Il gruppo di Idraulica (ICAR01) del DICATAM ha utilizzato questi dati grezzi, filtrandoli e interpolandoli ai nodi di un grigliato regolare di passo 2 metri, per rispondere alla domanda di partenza di questa nota, producendo quella che ad oggi è la migliore carta morfobatimetrica del lago d’Iseo, fornendo l’immagine più dettagliata del fondo del Lago di Iseo e la visualizzazione e della sua morfologia.Sulla carta sono riportate le linee isobate tracciate con interdistanza di 10 m. E’ inoltre mostrata, in bianco, la linea di criptodressione, corrispondente cioè alla porzione del lago che giace al di sotto del livello medio del mare. Per aumentare il livello informativo della carta, sono stati aggiunti alcuni grafici che mostrano due profili longitudinali del fondo del lago e di 9 sezioni trasversali viste da sud, oltre che di alcune curve significative della morfometria del lago: la curva ipsografica del bacino lacustre e la curva dei volumi invasati alle diverse profondità. La prima curva fornisce una visione sintetica della distribuzione areale alle diverse profondità mentre la seconda consente di valutare in quanto tempo, in linea del tutto teorica, verrebbe riempito il lago fino alle diverse profondità. Infine sono state aggiunta alcune viste tridimensionali che consentono di apprezzare la forma della conca lacustre. Infine, il modello del terreno costruito per la realizzazione della carta ha consentito di estrarre rappresentazioni di grande qualità del fondo del lago, così come esso si presenterebbe se si potesse togliere l’acqua, come appare dalle immagini sottostanti. La prima vista tridimensionale ritrae la regione della conoide del F. Oglio e del T. Borlezza vista da sopra Lovere. In tale zona è evidente l’interrimento operato dai due principali immissari. I sedimenti dell’Oglio, in particolare, hanno formato una conoide con rampa discendente a pendenza media del 7% sulla cui superficie si osserva la presenza di alvei scavati dalle correnti di torbida. Da tali alvei sublacuali appare anche chiaramente la tendenza alla divagazione dell’Oglio. Superata la rampa discendente, si arriva al bassopiano centrale, ove la lenta sedimentazione ha determinato una superficie pianeggiante, con profondità variabile tra 240 e 250 m in circa 7 km. Si è qui nella regione delle Isole, cui fa riferimento la seconda vista tridimensionale, che mostra MonteIsola vista dalla sponda bergamasca e dal Corno di Predore. Tra i molti aspetti caratteristici di questa zona vi è la separazione del lago, operata da Monteisola, in due rami paralleli posti a quote totalmente diverse; inoltre, si può notare la presenza di una cima sommersa (dai pescatori detta “el gamber”) a nord di Monteisola che eleva il fondo fino a soli 71 metri al di sotto della superficie del lago. E’ qui che nel 1884 il Salmoiraghi perse uno dei suoi scandagli in fase di recupero, deducendone una conformazione aspra e rocciosa delle pareti.
Partner dell’attivita’: Autorità di Bacino Lago d’Iseo Endine e Moro
Dipartimento: DICATAM
Anni di svolgimento: 2010 – 2012
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Record ID: 130