A cura di:
BERTANZA GiorgioCOLLIVIGNARELLI Carlo
Gli impianti di depurazione ricevono, in ingresso, un flusso (le acque di scarico) caratterizzato da un contenuto significativo di risorse materiali (carbonio organico, fibre, nutrienti ecc.) ed energetiche (energia termica, chimica, potenziale, cinetica). Benché l’obiettivo primario sia la depurazione, ovvero la restituzione all’ambiente di acque compatibili con l’ecosistema ricettore, sempre più l’attenzione si rivolge alle possibilità di sfruttamento delle risorse materiali ed energetiche dei liquami. Alcune soluzioni sono già da tempo in uso, pur con periodici ripensamenti dovuti al naturale evolversi delle conoscenze e del conseguente quadro normativo: si pensi, ad esempio, al riuso sia delle acque depurate sia dei fanghi in agricoltura. I ricercatori e le principali aziende del settore stanno anche studiando ulteriori alternative in questa direzione, avendo in alcuni casi anche già sviluppato impianti pilota a scala industriale.Uno specifico sottogruppo del Gruppo di Lavoro “Gestione Impianti di Depurazione” dell’Università di Brescia sta lavorando su questi temi, con l’obiettivo di: delineare lo stato dell’arte della ricerca a livello internazionale; definire, con una indagine a livello nazionale, la situazione attuale in Italia circa l’applicazione degli interventi di recupero; valutare, attraverso l’esame di casi di studio, le interazioni tra varie forme di recupero e le implicazioni tecniche ed economiche.Nel corso della Giornata di studio, tenutasi a Verona il 24 maggio 2017, sono stati presentati i risultati di questo lavoro; è stato inoltre dedicato spazio all’illustrazione di casi reali da parte di gestori di impianti e a un’ampia tavola rotonda.
Partner dell’attivita’: Acque Veronesi scarl, Azienda Gardesana Servizi, Comune di Verona, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Verona
Dipartimento: DICATAM
Anni di svolgimento: 2017
Record ID: 178